Samoyed's World - Il mondo del Samoiedo

Lo SPORT e il SAMOIEDO

icona SLEDDOG

Sport Samoiedo - sleddog

Si chiama sleddog (sled= slitta e dog= cane, lo sport delle corse delle slitte trainate dai cani. Popolarissimo in nord America (soprattutto in Alaska), lo sleddog risale al tempo dei cercatori d’oro, quando le slitte trainate dai cani erano l’unico mezzo di trasporto possibile. L’origine delle corse risale, quindi, al secolo scorso, ma certamente la più popolare prestigiosa e famosa oltre che la più lunga del mondo (1.700 chilometri) è l’Iditarod, che si corre ogni anno in marzo in Alaska in memoria di una storia vera capitata nel 1925 e che ha ispirato, tra l’altro, il cartone animato “Balto” di Steven Spielberg.

Nell’inverno del 1925 il villaggio di Nome, sulla punta estrema dell’ Alaska, fu colpito da una epidemia di difterite e il 21 gennaio l’unico medico del villaggio lanciò un segnale S.O.S. con l’alfabeto morse “Se non arriva in tempo il vaccino, moriremo tutti e,  per primi, i bambini”. L’unico mezzo di trasporto possibile, in quell’inverno di bufera, erano le slitte trainate dai cani. Fu organizzata una staffetta con i più esperti guidatori di slitta della regione per coprire il percorso da Anchorage fino al villaggio di Nome: quasi duemila chilometri.

IL MUSHER
Il “musher” è il conduttore della muta e il padrone dei cani. È lui che alleva, sceglie e seleziona gli animali, che se ne prende cura sia durante i periodi di lavoro (gare, allenamenti) sia di riposo. La sua sintonia con il cane deve essere totale e perfetta, un bravo “musher” comanda i suoi cani con pochi, brevi ordini impartiti perlopiù sottovoce. Nelle gare di sleddog sono vietate fruste e collari a strangolo, proprio per non usare violenza agli animali i quali, per istinto, amano correre e “compiacere” il loro “musher”.
I COMANDI
Il gergo e i comandi adottati nello sleddog derivano dalla lingua degli esquimesi. “Hike” = via! “Gee” = a destra “Haw” = a sinistra “Whoa” = fermi; ma spesso i “musher” parlano con loro in italiano, lodandoli e incitandoli con parole affettuose e vere e proprie frasi di senso compiuto, come fossero degli esseri umani.

icona AGILITY DOG

Agility Dog Samoiedo

Come è nata l’Agility Dog è ormai leggenda. È il 1977 in Inghilterra: John Varley , membro del comitato Organizzatore del Crufts di Londra, è alla ricerca di uno spettacolo originale che animi i tempi morti del Crufts show, la grande manifestazione cinofila inglese organizzata da Kennel Club. Ha una prima idea, per la cui messa a punto contatta Peter Meanwell , e con lui elabora – per il Cruft del ’78 – le modalità della prima dimostrazione dell’Agility.

È un successo che si ripete anche l’anno successivo, e il Kennel Club decide di pubblicare un primo regolamento: l’agility è una gara a ostacoli ispirata al concorso ippico; gli ostacoli ( salti, muro, tavolo, zona d’arresto al suolo, passerella, basculla, palizzata, slalom, tunnel rigido e morbido, pneumatico, salto in lungo e riviera ) sono disposti in modo da formare percorsi diversi di varia difficoltà. Il cane deve compiere il percorso in un tempo fissato da giudice all’inizio della gara: le penalità sono date sia dagli errori (abbattimento di ostacoli, rifiuti ecc.), sia da superamento del tempo di percorso Standard (TPS).

Lo schema che abbina cane e conduttore, precisione e velocità, si rivela subito vincente; molto spettacolare e sufficientemente tecnico, trova subito molti appassionati, prima nei club cinofili inglesi quindi, gradatamente in tutta Europa. Oggi in Belgio, Olanda, Germania, Austria, Spagna, nei paesi scandinavi e soprattutto in Francia sono nati centinaia di club specializzati, con migliaia di conduttori.
Il termine inglese “Agility” è ormai internazionale tutti i paesi lo hanno adottato sia per affermare lo spirito europeo, sia per sottolinearne la qualità naturale di base: l’agilità.
La nuova disciplina ha comunque conservato le caratteristiche iniziali e lo spirito voluto dai suoi due creatori: John Varley e il rigore e la tecnica di Peter Meanwell, esperto addestratore e giudice ufficiale.
L’Agility approda in Italia solo nel 1988 e nel 1989 vengono organizzati dal G.A.R.U. di Torino i primi stages, tenuti da giudice francese Jean-Pierre Garcia e dall’inglese Peter Lewis, che danno subito la misura dell’interesse che danno subito la misura dell’interesse che questa disciplina suscita anche nel nostro paese. Il 1° gennaio del 1990 l’E.N.C.I. pubblica un primo abbozzo di regolamento, per poi adeguarsi un anno dopo a quello internazionale dell’F.C.I. Sempre nel ’90 sono le prime gare italiane e la prima timida apparizione in campo internazionale; con ’91 i club “Agility” cominciano a diffondersi in tutto il centro-nord le gare si fanno più frequenti, i concorrenti più numerosi.
L’Agility è uno sport, ma anche un divertimento, un’occasione di svago per cani e priprietari che non lascia spazio alla violenza e all’aggressività, perché fa leva soprattutto sul gioco: infatti cani addestrati con metodi estranei a questi principi non potranno mai emergere in questa specialità. Questa disciplina è data dalla felice accoppiata di tecnica e spettacolo che dà modo di dimostrare che anche una disciplina cinofila può coinvolgere e sedurre il grande pubblico.
Che la si consideri come una competizione, anche ad alto livello, o come uno sport utile a compensare l’inattività dovuta a una vita troppo sedentaria del cane e a perfezionarne l’educazione di base, è il mezzo ideale per dare al proprio soggetto l’equilibrio indispensabile ad una maturazione psichica armoniosa, senza peraltro sviluppare istinti aggressivi.

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